Nes Tokh Nes - La Verga/Serpente ed un assaggio di sangue

לרפואה שלמה לכל חולה ע"י

Volevo riportare integralmente un passo, che può essere d’esempio lampante per ottenere una maggiore comprensione delle 10 מכות Makkot, le cosiddette 10 piaghe d’Egitto.

Siamo prima dell’inizio delle Makkot, termine che letteralmente significa “botte” “fustigazioni”. Moshèh e Aharon ricevono il Comando Divino di andare dal Faraone e dargli un segno che HQB”H (acronimo di הקב"ה  הקדוש ברוך הואHaQadosh Barukh Hu ~ Il Santo Benedetto Egli Sia) vuole che gli Ebrei escano dall’Egitto, arrivando al famoso ed esemplare caso della verga che si tramuta in serpente. Voglio però vederlo nei versetti stessi.

Il testo
Riporta la Toràh nella Parashàh di Vaerà (7,8-13):

וַיֹּאמֶר ה’ אֶל מֹשֶׁה וְאֶל אַהֲרֹן לֵאמֹר:  (ט) כִּי יְדַבֵּר אֲלֵכֶם פַּרְעֹה לֵאמֹר תְּנוּ לָכֶם מוֹפֵת וְאָמַרְתָּ אֶל אַהֲרֹן קַח אֶת מַטְּךָ וְהַשְׁלֵךְ לִפְנֵי פַרְעֹה יְהִי לְתַנִּין: (י) וַיָּבֹא מֹשֶׁה וְאַהֲרֹן אֶל פַּרְעֹה וַיַּעַשׂוּ כֵן כַּאֲשֶׁר צִוָּה ה’ וַיַּשְׁלֵךְ אַהֲרֹן אֶת מַטֵּהוּ לִפְנֵי פַרְעֹה וְלִפְנֵי עֲבָדָיו וַיְהִי לְתַנִּין: (יא) וַיִּקְרָא גַּם פַּרְעֹה לַחֲכָמִים וְלַמְכַשְּׁפִים וַיַּעֲשׂוּ גַם הֵם חַרְטֻמֵּי מִצְרַיִם בְּלַהֲטֵיהֶם כֵּן: (יב) וַיַּשְׁלִיכוּ אִישׁ מַטֵּהוּ וַיִּהְיוּ לְתַנִּינִם וַיִּבְלַע מַטֵּה אַהֲרֹן אֶת מַטֹּתָם: (יג) וַיֶּחֱזַק לֵב פַּרְעֹה וְלֹא שָׁמַע אֲלֵהֶם כַּאֲשֶׁר דִּבֶּר ה’:

(8) E disse HaShem a Moshèh ed Aharon dicendo: (9) Quando parlerà con voi il Faraone dicendo ‘Datemi un segno’ e (tu Moshèh) dirai ad Aharon ‘Prendi la tua Verga e gettala davanti al Faraone’ e sarà un serpente (10) E venne Moshèh e Aharon dal Faraone e fecero così, come ha comandato HaShem, e gettò Aharon la sua Verga davanti al Faraone e davanti ai suoi servi, e fu (si trasformò) in un serpente (11) e chiamò anche il Faraone ai saggi e a stregoni e fecero anch’essi i maghi d'Egitto, con i loro incantesimi la stessa cosa. (12) E gettarono ognuno la sua verga i si trasformarono in serpenti e ingoiò la verga di Aharon le loro verghe (13) e si rafforzò il cuore del Faraone (nella sua ostinazione) e non li ascoltò come ha affermato HaShem.
Il Nes
Quindi abbiamo molti גלויים ניסים Nissim Gheluim ~ Miracoli Evidenti; il primo tra tutti la trasformazione effettiva della verga in serpente, cosa che è replicabile (senza entrare troppo nel merito della questione) anche con stregoneria, illusionismo o altro. Il non replicabile sta in tutti i dettagli della cosa, nella serie dei cosidetti נס בתוך נס Nes betokh Nes ~ Miracolo nel Miracolo.

Il primo è evidente nel testo, è lampante anche solo nella traduzione, basta leggersela! Dopo essersi trasformata in serpente, la verga ritorna nel suo stato originale ed ingoia (la verga da verga) tutte le altre verghe. La cosa più comune e ovvia sarebbe il serpente che ingoia i serpenti, qui abbiamo una cosa contro natura in modo evidente. Non è magia, non è stregoneria, né illusionismo – le verghe altrui spariscono dalla faccia della terra, esattamente come è sparito ciò che ho mangiato a colazione.

Anticipo chi non avesse chiaro una cosa – se la Toràh voleva dire che il serpente di Aharon mangiò gli altri serpenti poteva dirlo esplicitamente – sarebbe stato chiaro sufficientemente. In ogni caso Rashì preferisce sottolinearlo esplicitamente per evitare ogni sorta di dubbio.

E non siamo ancora alle Makkot...
Questa non è ancora una delle 10 Makkot, ma solo un piccolo assaggio. In ognuna delle Makkot ci sono Nissim betokh Nissim a non finire… Basta stare attenti al testo, anche solo con la traduzione. Tanto più se leggendo anche i Midrashim. Maggiore è la comprensione del Nes nei suoi dettagli, maggiore è la nostra comprensione di che tipo di “amministrazione iperdettagliata” (השגחה Hashgachàh) HQB”H utilizza ogni singolo istante per gestire tutto l’Universo – gli esempi egiziani sono stati sfruttati da HQB”H per rendere noto a chiunque che nulla è impossibile, che tutto è gestito nei più minimi dettagli – dal mare al cielo per passare dalla terra, arrivando persino a gestire a livello molecolare ogni singolo dettaglio.

Un esempio (in brevissima) per esplicare l’affermazione. Nella Makkàh del דם Dam ~ sangue, in cui tutta l’acqua si trasforma in sangue completamente, con tutte le caratteristiche del sangue – colore, odore, sapore etc. rendendone impossibile l’utilizzo. Persino i pesci del Nilo sono morti (decreto dovuto all’aver mangiato i bambini ebrei fatti annegare nel nilo all’inizio della schiavitù). D’altra parte ogni singolo ebreo, nel momento stesso in cui aveva quello stesso sangue, si trasformava in acqua, pura e cristallina. Persino se un egiziano ed un ebreo bevevano dallo stesso bicchiere lo stesso contenuto contemporaneamente, il primo beveva sangue al 100%, mentre il secondo acqua pura. L’unico sistema per gli egiziani di avere acqua effettivamente era comprarla dagli ebrei (oppure uscire dal confine egiziano – l’acqua era tutta sangue solo entro il vasto confine). Dopo essere stata comprata l’acqua rimaneva tale. Arriviamo ad un livello di interazione oltre ogni singola molecola, poiché anche nel contenuto di un bicchiere stesso, il sangue e l’acqua si dividono. Inoltre – ogni acqua venduta rimane acqua. Quindi è come se fosse data  all’acqua la possibilità di riconoscere la cosa. Non è l’acqua che riconosce – è HQB”H che gestisce ogni singola cosa in ogni singolo istante.

Yehi Ratzon che possiamo renderci sempre più conto dell’Hashgachàh Divina.

Shabbat Shalom


P.s. appositamente Mattèh non è stato tradotto come bastone, ma come verga, poiché non era un semplice bastone di legno, bensì una verga enorme di zaffiro, che ha una lunga storia dai tempi di Adam HaRishon nel Gan ‘Eden. Rimando ad altra occasione ב"נ וב"ש בס"ד.

P.p.s. Vi ricordo ancora la necessità di rafforzare la Shemirat Shabbat, sempre, ma in particolare questo Shabbat.

3 Se'udot di Shabbat Qodesh - Focus sulla Se'udàh Shelishit

Durante Shabbat Qodesh c’è l’obbligo di mangiare tre סעודות Se’udot ~ pasti: solitamente il primo la sera, il secondo la mattina dopo Shacharit e il terzo dall’ora di Minchàh in poi [sarà esaminata in seguito בס"ד].

In Massechet Shabbat nel capitolo Kol Kitvè (16° – 118 a) la ghemarà riporta diverse cose riguardo a chi consuma tre pasti durante Shabbat Qodesh e a chi lo onora.

Dice Shimon ben Fasi riportando Rabbi Yehoshua ben Levi a nome di Bar Qappara: “Chiunque compia le tre se’udot di Shabbat si salva da tre pene: (a) Chevlè Mashiach, cioè gli avvenimenti dolorosi che succedono prima dell’arrivo del Mashiach; (b) dal giudizio del Ghehinnam e (c) dalla guerra di Gog uMagog (ecc. riporta poi le derashot).

Dice Rabbi Yochanan a nome di Rabbi Yosse: chiunque renda godibile lo Shabbat gli forniscono “eredità senza limiti” [cioè beni che sono eredità degli אבות Avot ~ patriarchi].

Rav Nachman Ben Yzchaq dice che si salva dalla sottomissione dei popoli, Rav Yehudàh riporta Rav: ognuno che rende godibile lo Shabbat gli realizzano i desideri del suo cuore (ecc.). Basta poco per renderlo godibile poiché la ghemarà prosegue: “Che cosa lo rende godibile? Rav Yehudà figlio di Rav Shemuel figlio di Shelat a nome di Rav dice: ‘Con un cucinato di verdure (Rashi spiega un cibo importante) e grandi pesci e teste d’aglio (Rashì aggiunge che ai tempi erano considerati un piatto importante). Rav Chija bar Ashi riporta Rav: ‘persino con qualcosa di piccolo fatto apposta per onorare Shabbat’. Rav Pappa spiega che come cosa piccola è valida persino la כסא דהרסנא Kassa deharsena; spiega Rashì che consiste in un piatto semplicissimo e modesto: piccoli pesci fritti nel loro stesso grasso con la farina.


Se’udàh Shelishit


Tratteremo qui del pasto che purtroppo viene più trascurato rispetto agli altri – la סעודה שלישית Se’udàh Shelishit. La Se’udà shelishit (letteralmente terzo pasto) è necessaria per arrivare al numero di tre pasti durante lo Shabbat. Per questo motivo nello Shulchan ‘Aruch viene riportato di starci molto attenti ed anche se si è sazi di sforzarsi a mangiare (Orach Chajim 291,1), in ogni caso di non sforzarsi fino a stare male poichè le tre se’udot sono state date come עונג  ‘oneg ~ godimento e non come צער tza’ar ~ sofferenza. [Rambam, Hilkhot Shabbat (30,9), Orach Chajim (291,1)  e Mishnàh Beruràh (291,3)]. Concludono i פוסקים Poseqim ~Decisori di Halakhàh: “E il saggio ha gli occhi in testa" (versetto che intende che il saggio sa vedere a priori quelli che sono i rischi e per evitarli si applica, cioè ha gli occhi in alto che gli permettono di vedere, quindi in testa). Una persona non si riempia la pancia al pasto mattutino, per avere spazio per la se’udàh shelishit.


Quanto mangiare?


E’ necessario mangiare a priori almeno un Kabetzàh (circa 58 grammi), ma c’è chi sostiene anche un kezait sia sufficiente, anche se non tutti sono d’accordo a priori.


Di cosa?


Abbiamo tre opinioni al riguardo (a) pane, (b) companatico come carni, pesci e simili (c) frutta. Le opinioni sono riportate in ordine di preferenza in quanto solo col pane compie la se’udàh shelishit secondo tutte le opinioni mentre negli altri casi c’è מחלוקתmachloqet  ~ discussione.

Lo Shulchan ‘Aruch (291,5) conclude che si deve fare necessariamente a priori, e così anche il Ben Ish Chai (2,12). In ogni caso, dove necessario, è possibile secondo diversi poseqim facilitare, come nel caso della vigilia di Pessach che cade di Shabbat Qodesh in cui non c’è pane. [Ramà ז"ל  nel Darkè Moshèh (291,5) e nell’haggàh (291,5) a nome del Maharil ז"ל nei ‘Minhaghim’ (Hilkhot Shabbat HaGadol)]


Chi?


Sia gli uomini che le donne hanno l’obbligo di mangiare la Se’udàh Shelishit esattamente come tutte le restanti mizwot di Shabbat poiché (Berakot 20b) Zakhor e Shamor sono state dette contemporaneamente da HaQadosh Barukh Hu sul monte Sinai. E quindi tutti coloro che hanno l’obbligo di Shamor, cioè di non infrangere i divieti di Shabbat Qodesh, hanno anche quelli di Zakhor cioè hanno anche tutti gli obblighi [Ran Shabbat (44a) e Mishnàh Beruràh (291,26)].

Rabbenu Tam ז"ל dice che il motivo dell’obbligo dei pasti consiste nel ricordo della manna, che non solo gli uomini mangiavano, ma anche le donne.


Quando?


Il tempo della Se’udàh Shelishit di Shabbat Qodesh parte dall’ora di Minchàh, cioè dalla sesta ora e mezza zemanit (ogni ora di tempo Zemanit corrisponde al numero delle ore di luce presenti in una giornata diviso per dodici ore diurne) (O.C. 291,2). In ogni caso a priori deve essere effettuata dopo la Tefillàh di Minchàh; ma nel caso l’abbia fatta prima di pregare è uscito בדיעבד bedi’avad ~ a posteriori (Ramà 291, 3). In base al סוד sod ~ segreto dice il Ben Ish Chai (anno 2 parashat Chajè Saràh 14) a nome dell’Ari”zal che se mangia prima di minchàh non si esce dall’obbligo.

Altre note. Come per ogni altro pasto di Shabbat Qodesh, dovrebbero esserci il pane doppio intero a priori; nel caso non ci fosse, è necessario avere almeno un pane intero, poiché ci sono alcune facilitazioni a posteriori relative alla Se’udàh Shelishit (cfr. Orach Chajim 291:4 e Ramà). Non è necessario fare il Qiddush, ma è opportuno bere vino durante la se’udàh [Mishnàh Beruràh (291,21) e Ben Ish Chai (anno 2 Parashat Chajè Saràh 11)].

Shabbat Shalom uMevorakh!

Purim Aggiunti - Tripoli: Purim Ashrif e Purim Burgiul

לרפואה שלמה לכל חולי ע"י
Ogni persona a cui sia avvenuto un נס גלוי Nes Gallui ~ Miracolo Evidente deve festeggiare in tale giorno.
Ogni Comunità Ebraica del Mondo decreta un giorno di festa nel giorno in cui è avvenuto un determinato נס גלוי Nes Gallui ~ Miracolo Evidente che ha salvato la comunità da una determinata minaccia
Molto spesso questi giorni sono chiamati con il nome di "Purim" - con un suffisso che ne ricorda il Nes particolare.
In particolare i tripolini hanno 2 Purim aggiunti, chiamati פורים אשריף 'Purim Ashrif' e פורים בורג'ול 'Purim Burgiul' rispettivamente il 23 e il 29 di Tevet.
Lo Shabbat precedente si legge dopo il קדיש תתקבל 'Qaddish Titqabal' subito dopo la Teffillàh Shakharit una cantica chiamata מי כמוכה 'Mi Kamokhà', dedicato all'evento, similmente a quanto avviene durante lo Shabbat che precede Purim. Faccio notare che chi non ha la possibilità di leggerlo in quel momento può leggerlo anche successivamente, e certamente non deve perdere la lettura in pubblico della Toràh HaQedoshàh per leggerlo. E' possibile trovare il testo del Mi Kamokhà nel libro "Minhaghè Luv", nel capitolo relativo ai "Minhaghè Purim".
Il giorno stesso di Purim:

  • si usa regalare delle משלוח מנות Mishloach Manot ad almeno un ebreo (tripolino, poichè gli altri non hanno nessuna Mizwàh)
  • evitare di lavorare se possibile, a meno che l'astenersi dal lavoro non sia fonte di perdita o in altre condizioni in cui è possibile lavorare di Chol HaMo'ed.
  • non si recitano i תחנונים Tachanunim e si legge al loro posto a Shakharit due Mizmorè Tehillim il מן המצר "Min HaMetzar" (Tehillim 118) e l'הלל הגדול Hallel HaGadol (Tehillim 136). [Si deve chiarire un concetto - nel caso in cui il pubblico reciti i Tachanunim è necessario recitarlo per tutto il pubblico - quindi i casi in cui è possibile non recitarlo è solo quando una persona non ha minjian (ma è meglio avercelo) oppure quando il minjian è di tripolini che stanno seguendo.]
Questo uso è strettamente tripolino e non ha senso che gli altri lo facciano, poichè non hanno attinenza al Nes avvenuto, quindi non hanno alcuna Mizwàh a compiere tali gesti. Inoltre non è bene perdere i tachanunim, fissati come elemento della Teffillàh tra i più importanti.
Segue la storia dei Purim Tripolini aggiunti in breve:

Purim Ashrif

Nell'anno 5465 ('705 E.V.) è stato offeso l'onore di un governatore tunisino, chiamato Abrahim Ashrif שר"י. I pirati libici guidati dal governatore libico (ex-generale che ha preso il governo con la forza) hanno depredato una nave contenente doni dal governo egiziano destinati al governo tunisino. Per vendicare l'affronto subito, Ashrif porta in Libia 10.000 soldati scelti con lui in testa, con lo scopo di fare strage in tutta Tripoli a mano armata, senza alcuna distinzione.
Al solo sentire la cosa gli sono state offerte cifre da capogiro per non attuare la minaccia, senza risultato. Il governatore libico tenta di fare opposizione, ma invano, poichè gran parte delle sue truppe sono morte in una pestilenza avvenuta poco prima. Dopo la sua caduta, gli abitanti di Tripoli e circostanti hanno cercato di attenuare i bollori di Ashrif, cercando di convincere uno dei suoi generali a parlargli per ottenere pace; sforzo inutile, poichè Ashrif voleva completare la sua vendetta.
La comunità ebraica di Tripoli, con in testa il Dayan Rabbenu Yossef 'Aghiv ז"ל, ha decretato giorni di digiuno pubblico, tra i lavori di difesa della città. L'assedio è durato diversi mesi, mentre il Rash'à ha intanto distrutto le periferie, con violenze saccheggi e distruzioni. Nel mandare duemila soldati in avanscoperta, nel mese di Kislev si è ritrovato con un massacro tra i suoi militi che sono stati scoperti, provocando un effetto di disagio tra i commilitoni rimasti.  Dopo un mese, il 23 di Tevet il governatore Ashrif è fuggito definitivamente senza ragione apparente. La Minaccia è scampata e i chakhamim hanno fissato tale giorno di festeggiamenti come Purim per tutte le future generazioni!

Purim Burgiul

Nell'anno 5553 ('793 E.V.).  Alì Burgiul שר"י, arriva con 9 navi di milizie dalla Turchia e effettua un colpo di stato con cui governa per 2 anni, opprimendo le persone per mezzo di violenze e abusi al fine di estorcere denaro,  in particolare gli ebrei a Tripoli יע"א . Nel 5555 ('795 E.V.) dopo aver ferocemente ucciso 2 giovani ebrei al rogo e aver sottomesso gli ebrei e costretto persino i bambini a lavori forzati e a fare חילול שבת Chillul Shabbat ~ sconsacrazione dello Shabbat per soddisfare la sua smania di ricchezza, ha subito una rivolta popolare che l'ha costretto a scappare, facendo smettere le oppressioni. Portando quindi salvezza a tutti gli ebrei, in particolare a chi aveva subito l'ingiusto decreto. La storia completa viene descritta nel Mi Kamokhà di Rav Avraham Khalfon ז"ל, grande rabbino tripolino dell'epoca.

Purim Sameach a Tutti!

SHABBAT DA ALLORA E PER SEMPRE!

Dice la Ghemarà di Shabbat (118 b) :
  • אמר ר' חייא בר אבא א''ר יוחנן כל המשמר שבת כהלכתו אפי' עובד ע''ז [כדור] אנוש מוחלין לו שנאמר אשרי אנוש יעשה זאת וגו' מחללו אל תקרי מחללו אלא מחול לו

Dice Rabbì Chijà figlio di Abba (era un nome proprio diffuso un tempo) che ha detto Rabbì Yochanan 'Chiunque osservi Shabbat secondo la Halakhàh persino se fa 'Avodàh Zaràh (culto di altre divinità) come la generazione di Enosh glielo si cancella come è detto "Beato l'Uomo (ENOSH) che compie ciò ecc. Mechallelo - non leggere Mechallelò (che l'ha profanato) ma Machul lo (che gli è stato cancellato)
Dopo aver visto parte della potenza dello Shabbat per il singolo vediamo le potenzialità per il pubblico:
אמר רבי יוחנן משום רבי שמעון בן יוחי אלמלי משמרין ישראל שתי שבתות כהלכתן מיד נגאלים
Dice Rabbì Yochanan a nome di Rabbì Shim'on Ben Yochai, se Israel osservano due Shabbatot secondo la Halakhàh vengono immediatamente portati alla גאולה Gheullàh ~ redenzione.
Tra qualche giorno abbiamo due Shabbatot non lavorativi in tutto il Mondo.

In base a queste righe di Massechet Shabbat è stata inoltrata una richiesta mondiale, quella di cercare di migliorare l'osservanza dei prossimi 2 Shabbatot, cercando di godersi molto di più l'atmosfera dello Shabbat in famiglia.

Inviamo anche in questa sede qualche riga di un adattamento in italiano di un appello che sta girando a livello mondiale nelle comunità ebraiche:

SHABBAT DA ALLORA E PER SEMPRE!
Mentre tutto intorno a noi il mondo esterno ci illumina di luci che non brillano e ci scalda con un tepore che non riscalda, portiamo la luce e il calore dello shabbat nelle nostre case!
Partendo da una iniziativa della rabbanit Eliahu lo shabbat del 24 e del 31 dicembre sfruttiamo la pausa lavorativa per rispettare due shabbatot di seguito unendoci a tutti gli ebrei del mondo!

Quando lo yezer harà ci pone nelle condizioni di assimilarci noi diciamo NO e ci rafforziamo ancora di più!

Con queste basi, non è presto per dire

Shabbat Shalom a tutti

Il Digiuno del 10 di Tevet - Halakhot in brevissima

Il digiuno del 10 di Tevet è uno dei digiuni pubblici principali, fissato poiché è la data in cui è stata fatta una breccia alle mura di Yerushalaim תובב"א, e per altri motivi a cui rimando a precedente articolo.

Il 10 di Tevet è l'unico digiuno pubblico che può cadere la vigilia di Shabbat Qodesh e concludersi durante Shabbat stesso, come capiterà quest'anno (5771) domani בס"ד.

La durata del digiuno è da quando si va a dormire la sera prima fino all'uscita delle stelle. Mi spiego meglio - la durata effettiva del digiuno è dall'alba all'uscita stelle, ma in realtà, a meno che una persona non dica esplicitamente prima di andare a dormire che nel caso si svegli prima dell'alba possa mangiare, gli è vietato mangiare, poichè è come se avesse iniziato il digiuno da quando è andato a dormire. Gli ashkenaziti sono soliti facilitare riguardo al bere prima dell'alba, nel caso in cui si sia soliti bere la mattina, anche senza dirlo esplicitamente. Per gli orari rimando a questo link.

Il digiuno riguarda tutti gli ebrei, uomini e donne in età halakhicamente adulta (rispettivamente oltre 13 e 12 anni), tranne coloro che appartengono a categorie di persone che non possono digiunare. A questo proposito rimando ad halakhot di maggior dettaglio.

Nel caso una persona abbia dimenticato il digiuno ed abbia mangiato deve comunque evitare di continuare a mangiare. Se sia necessario digiunare un altro digiuno al posto di tale giorno (nonostante si debba completare) è un altro argomento cui rimando ad halakhot di maggior dettaglio.

Nella Teffillàh abbiamo delle aggiunte: 'Anenu nella 'amidàh - che recita solo chi digiuna, tachanunim aggiunti dopo la 'amidàh a shacharit e l'aggiunta di un salmo che segue il Shir shel Yom. A Minchàh, se recitata dopo Pelag haMinchàh, cioè 75 minuti zemaniot prima di sera, abbiamo anche la birkat Kohanim aggiunta. A Minchàh quando capita prima di Shabbat non si recita Tachanun.

Nel caso termini la sera di Shabbat, è opportuno pregare 'arvit presto, così da non digiunare più del necessario durante Shabbat Qodesh.

E' bene aggiungere studio di Toràh e applicazione delle Mizwot nel giorno in cui si digiuna, poichè il digiuno non è fine a se stesso, anche se obbligatorio.

Tzom Qal

10 di Tevet - Perchè Digiuniamo?

In Massechet Rosh HaShanàh (18b) da un versetto in Zechariàh (5,19) i chakhamim imparano quali sono le date dei digiuni pubblici[2]; seguendo l’ordine nel versetto: il 17 di Tammuz, il 9 di Av, il 3 di Tishrè (Tzom Ghedaliàh) e il 10 di Tevet. Questi sono digiuni pubblici per tutto il popolo ebraico a causa delle disgrazie accadute in quei giorni. Tra poco (Ven 14 dic, dall'alba all'uscita stelle) avremo il 10 di Tevet. Ma perché digiuniamo?

Circostanze del digiuno del 10 di Tevet

Il giorno del 10 di Tevet abbiamo diversi eventi poco lieti da ricordare; il principale per questo digiuno è che in tale giorno il Re Nevuchadnezzar (spesso tradotto come Nabuccodonosor) ha assediato le mura di Jerushalaim תובב"א (che sia presto ricostruita e ristabilita nei nostri giorni Amen), causando, dopo poco più di due anni, la distruzione del primo Beth HaMiqdash תובב"א. Oltre a questo evento, già grave di suo, abbiamo altri elementi che si aggiungono per rendere il 10 di Tevet un giorno di digiuno nel corso dei secoli.

Fondamentalmente abbiamo una regola, riportata dalla Mishnàh Beruràh (MB) 549:4 per la quale non si stabiliscono più digiuni troppo vicini tra loro per non far digiunare troppo spesso il pubblico. Questo secondo alcuni, vale anche per il digiuno del 10 di Tevet. Nello Shulchan 'Aruch (Orach Chajim 580:2) sono riportati alcuni giorni in cui sarebbe bene digiunare, anche se non c’è un digiuno pubblico fissato in essi. Tra questi troviamo l’8 e il 9 di Tevet.

Il 9 di Tevet - la Morte di 'Ezrà HaSofer

Sul 9 di Tevet lo Shulchan 'Aruch dice che non è chiaro esattamente l’evento per cui si digiuna, e la MB (13) riporta che secondo alcuni in tale giorno è venuto a mancareעזרא הסופר ‘Ezrà HaSofer ~ lo scriba ע"ה, grande capo d’Israel, che ha riportato parte del popolo in Eretz Israel dall’esilio babilonese, e che sotto la sua guida è stato ricostruito il Beth HaMiqdash, l’ultimo profeta del popolo d’Israel.

L'8 di Tevet - La Traduzione della Toràh HaQedoshàh in Greco

Il giorno su cui mi vorrei soffermare maggiormente è l’8 di Tevet; lo Shulchan 'Aruch riporta che la causa per cui si dovrebbe digiunare è la traduzione della Toràh HaQedoshàh in greco, sotto il re Talmai (solitamente identificato con Tolomeo II), che ha provocato tra le altre cose 3 giorni di oscurità nel mondo (l’8, il 9 e il 10), cosa tanto grave da essere paragonabile al vitello d’oro[3].

Il Rav “Me’am Lo’ez” la riporta[4]: il re Talmai, desideroso di approfondire i suoi studi anche su testi ebraici, ha inviato un ordine al Kohen Gadol di mandare dei saggi. Sono stati inviati per tale occasione 6 חכמים chakhamim ~ saggi per ogni tribù per un totale di 72. Al loro arrivo presso il re, dopo essere stati accolti in modo molto onorifico, ad ognuno è stata assegnata una stanza, e a sorpresa è stato rivelato loro (singolarmente) che avrebbero dovuto tradurre la Toràh in greco. Dopo 72 giorni sono riusciti a completare l’opera. Per miracolo, ogni singola copia era identica alle altre, con tanto di “correzioni” identiche. Queste “correzioni” servivano per ovviare possibili scorrette interpretazioni della Toràh HaQedoshàh. Per esempio anziché tradurre “In principio creò Eloqim il Cielo e la Terra” hanno tradotto “Eloqim creò in principio il Cielo e la Terra” per evitare che si pensasse chas veshalom che ci sia una divinità chiamata “Bereshit” ~ in principio.

La ghemarà (meghillàh 9b) prosegue dicendo che l’unica lingua nella quale è possibile tradurre la Toràh è il greco, in base alla deduzione da un versetto, secondo alcune spiegazioni poiché il greco, similmente all’ebraico, ha parole plurivalenti.

A questo punto la domanda nasce spontanea: Perché mai dovrebbe essere quindi un problema tradurre la Toràh, se abbiamo un versetto che “supporta” la traduzione in greco e che i chakhamim sono arrivati a creare traduzioni evitando possibili cattive interpretazioni? Inoltre, come può essere tanto grave da essere paragonabile al vitello d’oro? Proprio da qui possiamo comprendere.

La ricezione della Toràh HaQedoshàh è stata fatta mediante il  נעשה ונשמע“Na’asèh venishmàh” il “faremo e ascolteremo” che presuppone che l’azione venga fatta nel momento debito, e che ci sia (deve esserci) un conseguente studio e approfondimento della questione, a seconda della portata del singolo; questa comprensione non deve però delimitare l’esecuzione della mizwàh in nessuna delle sue parti. L’incomprensione, se presente, dev’essere condizionata dalla nostra poca capacità nell’approfondire; solo a seguito dell’azione la motivazione potrà essere meglio comprensibile. Il vitello d’oro, in alcuni suoi aspetti, è la negazione di questo. E’ il  נשמע ונעשה“nishmàh vena’asèh” “ascolteremo e faremo” – se non comprendo come si deve (nonostante possa essere per la mia pigra incapacità di applicarmi o perché non mi siano stati impartiti gli strumenti necessari (non ho mai visto capire, tanto meno risolvere un’equazione differenziale da qualcuno che non sa eseguire una moltiplicazione) non eseguo.

Questo può portare a conseguenze disastrose: gli ebrei stessi, vedendo che Moshèh Rabbenu ע"ה non scese dal monte Sinai entro il tempo che si era calcolato, in modo erroneo, lo sostituirono con il vitello d’oro. Qui, con la traduzione della Toràh HaQedoshàh, si dà ampia possibilità a ciò. Non essendo correlata dallo studio della Toràh sheba’al peh (orale), non permette di comprendere a fondo, portando a creare diverse “interpretazioni”, basate semplicemente su un ragionamento, errato di partenza perché mancante di basi, ma nel suo complesso apparentemente corretto. Tali interpretazioni chas veshalom, come abbiamo visto nel corso dei secoli, possono portare alla negazione delle mizwot, o al limitamento di queste a situazioni particolari come “quando me la sento” o “solo quando arrivo a comprenderle”.

Questi sono gli eventi che hanno portato al digiuno del 10 di Tevet, e ora spero sia molto più chiaro il loro significato. Possiamo, forse, Be”H trovare un nesso tra gli eventi: sono tutti inizi di degenerazione della comprensione della Toràh HaQedoshàh in modo corretto, della profezia, del servizio nel Bet HaMiqdash.

Allo stesso modo sono tutte cause che apparentemente non fanno presagire nulla di particolarmente grave, poiché in apparenza non sono questioni terribili. I chakhamim ci dicono quindi che dobbiamo digiunare, per capire che ogni azione ha delle conseguenze, ogni singola questione che affrontiamo giornalmente porta dei frutti, buoni o cattivi che siano.

E' su questo che dobbiamo cercare di riflettere, in particolare in questi giorni di digiuno. E’ risaputo infatti (MB 549:1) che il digiuno in sé non è il fine, ma un mezzo, per aumentare la Teshuvàh, il ritorno verso HaShem Itbarach.

Avendo minimamente sfiorato la portata di questi eventi, dobbiamo anche conoscere le regole principali relative a questo digiuno che potremo trovare nei prossimi articoli Be"H.


Fonti principali: Orach Chajim = OC; Mishnàh Beruràh =MB; Torat Hamo’adim =TH (7 se volume su Digiuni); Ben Ish Chai = BIC.

[2] Tranne Yom Hakippurim che è riportato direttamente nella Toràh (Vayqrà – Emor 23:26-32), mentre per il digiuno di Ester cfr. note su TH – Purim e il mese di Adar 3:1.

[3] Prima di continuare, vorrei fare notare a priori che questa non vuole chas veshalom essere una critica contro le traduzioni di testi di Toràh (che oramai purtroppo si rendono sempre più necessarie, a condizione che siano realizzate secondo la Toràh sheba’al  peh ~ orale, ora considerabile come costituita dal Talmud, poseqim, rishonim e acharonim – in sintesi definibili impropriamente come “fonti rabbiniche”). In ogni caso il discorso sarà più chiaro successivamente.

[4] In Bereshit A,33-35 è riportata in alcuni punti in modo più ampio rispetto a Meghillàh 9, basandosi su ulteriori fonti. Sarà comunque, per ragioni di spazio, parzialmente riassunta. Si consiglia vivamente l’approfondimento dell’argomento. Lo scopo che si vuole raggiungere è fornire alcuni fondamenti di conoscenza di questioni basilari.

חנוכה Channukkàh - Quante Candele?

La ghemarà (Shabbat 21b) dice che la mizwàh di channukkàh consiste nell’accendere un lume singolo per ogni casa ognuna delle otto sere di chanukkàh. Aggiunge poi che i מהדרין mehadderin (coloro che inseguono le mizwot) accendono ogni sera un numero di lumi pari al numero dei membri della famiglia, e i מהדרין מן המהדרין mehadderin min hamehadderin (quelli ancora più “inseguitori” :-)) accendono un numero di lumi corrispondenti al giorno di chanukkàh in cui ci si trova di giorno in giorno.

A questo punto c’è una discussione su come bisogna intendere quest’ultima frase.

Gli autori dei Tossafot (chiamati così i circa 300 Chakhamim francesi del periodo dei Rishonim, che spaziano per un periodo di circa 300 anni, fino a 700 anni fa) spiegano che è necessario accendere una sola chanukkiàh per ogni famiglia indipendentemente dal numero dei membri che la compongono. Ciò perché altrimenti potrebbe confondere chi guarda i lumi dall'esterno rispetto a quale giorno di Chanukkàh ci si trovi senza sapere se si è acceso quel numero di lumi perchè corrisponde al numero dei famigliari in casa o perchè corrisponde al numero del giorno di Chanukkàh. E così ha riportato Maran nello Shulchan Aruch (Orach Chajim 671,1) e così è il minhag sefaradita. [Così sembra anche essere l'uso romano antico in base a quella che sembra l'opinione del Shibbolè HaLeqet (185), e così anche quella del Sefer HaTadir (inizio Hilkhot Channukkàh, pagina 205)]

Il Ramàh, per il minhag ashkenazita, riporta invece un’opinione molto simile al Rambam (Hilkhot Channukkàh 4,2): per ogni famigliare si accende una chanukkiàh. La Mishnàh Beruràh spiega che per ovviare al problema presentato dal Tossafot (della possibile confusione relativamente al numero dei giorni, per chi guarda dall’esterno) si metta ogni chanukkiàh in modo che sia distinguibile dalle altre, così da rendere riconoscibile il numero di giorni.

A questo punto passiamo alla parte più halakhica di ciò che consegue da questo discorso.



  • Dal punto di vista del דין din ~ regola stretto basterebbe un solo ner per ogni giorno. Attualmente tutto il popolo usa fare come i mehadderin min hamehadderin (vedi sopra), quindi è necessario che in ogni casa venga accesa una chanukkiàh, in cui il numero dei lumi corrisponde a quello del giorno in cui ci si trova. Gli ashkenaziti usano accendere una chanukkiàh per ogni componente della famiglia, ognuna in un posto differente della casa. In caso di necessità, dopo avere acceso la prima serie per mano del capo famiglia, c’è possibilità di facilitare e accendere un solo ner per ogni singolo giorno per ogni membro della famiglia. [TH3 1:4]


  • Anche una persona povera che deve mantenersi con la צדקה Tzedaqàh, deve accendere le nerot channukkàh, ma nel suo caso si va secondo la regola stretta, e gli basta accendere un ner solo per ogni singola sera. Si stia attenti che in ogni caso non si accendano un numero diverso di nerot rispetto al giorno in cui ci si trova. [TH3 1:3]


[1] Ho qui riportato direttamente l’opinione di Beth Hillel, che è anche quella ripresa nella Halachàh. Per quanto sia un minhag, in base al Beur Halachàh (671,1) non si può comunque seguire l’opinione di Beth Shammaj, poiché non riportata da nessun posseq (decisore di halachàh).


 

מעוז צור Ma'oz Tzur

Pubblichiamo qui la versione completa di Ma'oz Tzur traslitterata.

מָעוֹז צוּר יְשׁוּעָתִי לְךָ נָאֶה לְשַׁבֵּחַ.
Ma'oz Tzur Yeshuati, Lechà Naè LeShabeach
תִּכּוֹן בֵּית תְּפִלָּתִי וְשָׁם תּוֹדָה נְזַבֵּחַ.
Tikon Bet Tefillati, veSham Todàh Nezabeach
לְעֵת תָּכִין מַטְבֵּחַ מִצָּר הַמְנַבֵּחַ.
Le'et Takhin Matbeach, Mitzar HaMnabeach
אָז אֶגְמוֹר בְּשִׁיר מִזְמוֹר חֲנֻכַּת הַמִּזְבֵּחַ:
Az Eghmor BeShir Mizmor Chanukat HaMizbeach

רָעוֹת שָׂבְעָה נַפְשִׁי בְּיָגוֹן כֹּחִי כָּלָה

Ra'ot Save'à Nafshì, Beyagon Kochì Kalàh
חַיַּי מֵרְרוּ בְקֹשִׁי בְּשִׁעְבּוּד מַלְכוּת עֶגְלָה
Chayai Mareru BeQoshi BeShi'bud Malchut 'Eglàh
וּבְיָדוֹ הַגְּדוֹלָה הוֹצִיא אֶת הַסְּגֻלָּה
uvYadò HaGhedolàh Hotzì et HaSegullàh
חֵיל פַּרְעֹה וְכָל זַרְעוֹ יָרְדוּ כְּאֶבֶן בִּמְצוּלָה:
Chel Par'ò veKhol Zar'ò Yardù KeEven Bimtzulàh

דְּבִיר קָדְשׁוֹ הֱבִיאַנִי וְגַם שָׁם לֹא שָׁקַטְתִּי

Devir Qodshò Heviani, vegam Sham Lo Shaqateti
וּבָא נוֹגֵשׂ וְהִגְלַנִי כִּי זָרִים עָבַדְתִּי
uva Noghes vehiglani Ki Zarim 'avadtì
וְיֵין רַעַל מָסַכְתִּי כִּמְעַט שֶׁעָבַרְתִי
Veyain Ra'al Masakhtì Kim'at She'avarti
קֵץ בָּבֶל זְרֻבָּבֶל לְקֵץ שִׁבְעִים נוֹשַׁעְתִּי:
Ketz Bavel Zerubbavel LeQetz Shivi'im Nosha'ati

כְּרוֹת קוֹמַת בְּרוֹשׁ בִּקֵּשׁ אֲגָגִי בֶּן הַמְּדָתָא

Karot Qomat Berosh BiQesh, Agaghi ben HaMedatà
וְנִהְיָתָה לוֹ לְפַח וּלְמוֹקֵשׁ וְגַאֲוָתוֹ נִשְׁבָּתָה
VeNiyahatà Lo Lepach ulMoqesh veGaavatò Nishbatà
רֹאשׁ יְמִינִי נִשֵּׂאתָ וְאוֹיֵב שְׁמוֹ מָחִיתָ
Rosh Yeminì Nisetà VeOyev Shemò Machità
רֹב בָּנָיו וְקִנְיָנָיו עַל הָעֵץ תָּלִיתָ:
Rov Banav veQinianav 'al Ha'Etz Talità

יְוָנִים נִקְבְּצוּ עָלַי אֲזַי בִּימֵי חַשְׁמַנִּים

Yevanim Niqbetzù 'alai Azai Bimè Chashmanim
וּפָרְצוּ חוֹמוֹת מִגְדָּלַי וְטִמְּאוּ כָּל הַשְּׁמָנִים
ufarzù Chomot Mighdalai, VeTimeu Kol HaShemanim
וּמִנּוֹתַר קַנְקַנִּים נַעֲשָׂה נֵס לַשּׁוֹשַׁנִּים
uMinotar Qanqanim, Na'asà Nes LaShoshanim
בְּנֵי בִינָה יְמֵי שְׁמוֹנָה קָבְעוּ שִׁיר וּרְנָנִים:
Benè Binnàh Yemè Shemonàh, Qave'u Shir urnanim

חֲשׂוֹף זְרוֹעַ קָדְשֶׁךָ וְקָרֵב קֵץ הַיְשׁוּעָה

Chasof Zerò'à Qodshechà, veQarev Qetz HaYeshu'àh
נְקֹם נִקְמַת עֲבָדֶיךָ מֵאֻמָּה הָרְשָׁעָה
Neqom Niqmat 'Avadechà, MeUmàh HaRish'àh
כִּי אָרְכָה הַשָּׁעָה וְאֵין קֵץ לִימֵי הָרָעָה
Ki Orkàh HaSha'àh veEn Qetz Limè HaRa'àh
דְּחֵה אַדְמוֹן בְּצֵל צַלְמוֹן הָקֵם לָנוּ רוֹעִים שִׁבְעָה:
Dechè Admon Betzel Tzalmon, HaQem Lanu Ro'im Shiv'àh.

חנוכה Channukkàh - סעודות Se'udot - Mangiare a Channukkàh, ancora più che un piacere

Sappiamo che nel mondo ebraico il tavolo ha una grande importanza.

Dalla fine di Massechet Chaghigàh (27a) che il nostro tavolo מכפר "mechapper" ~ espia le nostre colpe.

"Mangiando bene" è possibile sistemare i nostri peccati. Bisogna solo sapere in cosa consiste il "mangiare bene".

"Mangiare bene" non significa solo mangiare cibi eventualmente prelibati, ma in particolare mangiare seguendo le norme di Kasherut e di mangiare a tavola secondo la halakhàh, sia secondo le norme di educazione a tavola, che recitando le berakhot prima e dopo il pasto,  che dicendo almeno un breve devar Toràh a tavola, come riportato nei Pirkè Avot (3, 3) "רבי שמעון אומר , שלשה שאכלו על שלחן אחד ולא אמרו עליו דברי תורה , כאלו אכלו מזבחי מתים , שנאמר (ישעיה כח) , כי כל שלחנות מלאו קיא צאה בלי מקום . אבל שלשה שאכלו על שלחן אחד ואמרו עליו דברי תורה , כאלו אכלו משלחנו של מקום ברוך הוא , שנאמר (יחזקאל מא) , וידבר אלי זה השלחן אשר לפני ה'"  Rabbì Shim'on dice: tre che hanno mangiato su un unico tavolo e non hanno detto su di esso delle parole di Toràh, è come se avessero mangiato dai sacrifici dei morti (cioè quelle di 'Avodàh Zaràh), com'è detto (Yeshayàh 28) etc. però tre che hanno mangiato su un tavolo e hanno detto su di esso delle parole di Toràh, è come se avessero mangiato dal tavolo di HaQadosh Barukh Hu, etc."

Dopo questa breve premessa passiamo a parlare di Channukkàh: a Channukkàh i pasti sono considerati Se'udot Mizwàh nel caso una persona aggiunga durante il pasto lodi e canti ad HaQadosh Barukh Hu (Baer Hetev 670).

Se'udot Mizwàh, significa che il pasto stesso ha una funzione completa di Mizwàh, e se una persona pensa a mangiare per ottenere forze per servire HQB"H IS"L, ottenendo che tutto ciò che si mangia diventi fonte di Qedushàh, santità.

'Al HaNissim nella Birkat HaMazon

E' necessario recitare nella berakhàh di Nodèh Lechà della Birkat HaMazon. Se una persona se lo fosse dimenticato non si torna indietro si reciti "הרחמן הוא יעשה לנו נסים כשם שעשה לאבותינו בימים ההם בזמן הזה בימי וכו'" "HaRachaman Hu Ya'asèh Lanu Nissim KeShem She'asàh LaAvotenu Bayamim HaHem BaZeman HaZe, Bimè etc."

Altri usi a tavola a Channukkàh

C'è l'uso di mangiare cibi nell'olio, in particolare fritti. Di solito le sufganyot o le levivot sono per eccellenza i cibi fritti nell'olio per ricordare il miracolo dell'olio.

Molti usano mangiare latticini per ricordare il miracolo accaduto con Yehudit figlia di Yochanan Cohen Gadol, che ha ucciso "Oloferne", capo greco facendo scappare le truppe greche. Il generale greco è stato ucciso in seguito ad un suo decreto di obbligare ogni nuova sposa a stare con lui la prima notte di matrimonio, e stava cingendo la città di Yerushalaim per poi impossessarsene. Yehudit dopo vari eventi l'ha addormentato con latticini e formaggi, per poi tagliargli la testa che ha portato la fuga di tutte le sue truppe.

[Halakhot più complete le trovate Be"H nel nostro libretto "Chanukàh - Istruzioni per l'uso"]

Channukkàh e Shabbat Qodesh - intesa vincente

Ogni anno almeno una volta Channukkàh incontra Shabbat Qodesh. Ci sono varie regole aggiuntive da ricordare sia relative all’ הדלקת נרות hadlaqat nerot ~ accensione dei lumi di channukkàh che alla teffillàh di Shabbat Qodesh quando channukkàh vi cade. Vediamo i punti principali in breve בס"ד.

L’accensione delle candele di channukkàh deve avvenire in modo leggermente differente dagli altri giorni. Durante gli altri giorni è sufficiente che le nerot channukkàh durino almeno 30 minuti dall’accensione (vedi articolo relativo a quanto deve durare l’accensione). Quando channukkàh cade di Shabbat Qodesh non è possibile accendere il giorno stesso; quindi le נרות nerot ~ candele devono essere accese prima di accendere le nerot shabbat, ma devono comunque rimanere accese per 30 minuti da quando ne si è obbligati, quindi fino a 30 minuti dopo l’uscita delle stelle. Bisogna quindi stare attenti a prepararsi in modo adeguato, aggiungendo olio se si accende con l’olio, o utilizzando delle candele sufficientemente lunghe. [TH3 8:6] L’accensione per essere considerata valida è necessario che sia effettuata dopo l’orario di pelag haminchàh [Pelag HaMinchàh è letteralmente Metà dell'orario di Minchàh, cioè metà delle ore che vanno (nel caso specifico) da Minchàh Qetanàh fino al tramonto, ossia circa 1 ora e 45 minuti zemaniot prima del tramonto; per minuti zemaniot s'intende l'orario ottenuto dividendo le ore diurne in 12 parti uguali]. Poiché la mizwàh è comunque מדרבנן miderabanan ~ d’istituzione rabbinica è possibile seguire l’opinione più facilitante che risulta avere l’inizio di tale orario più presto dell’orario di pelag haminchàh utilizzato di solito. [Consiglio in merito di vedersi http://www.torah.it/lunario/orari/, che segue già un'opinione molto facilitante per pelag haminchàh]

Minchàh prima dell’hadlaqat nerot: In ogni caso sarebbe bene pregare minchàh di erev (vigilia di) Shabbat Qodesh prima di accendere le nerot channukkàh, a patto di avere minjian. Nel caso in cui invece comunque si preghi senza, sicuramente è meglio fare minchàh prima (Halichot 'Olam 18), così da non ottenere una contraddizione tra l’accensione con berakhàh che rivela essere notte, e la teffillàh di minchàh che è da recitare di giorno.

Bamà Madliqin: è uso dei sefaraditi di non recitare il capitolo “Bamà Madliqin” la sera di Shabbat di channukkàh, poiché in tale capitolo vengono ricordati anche olii vietati per le candele di Shabbat Qodesh, mentre sono permessi di channukkàh. Gli ashkenaziti invece continuano a leggerlo anche in quest’occasione. [TH3 10:16]

Lettura della Toràh: si legge la Parashàh della  settimana, modificando il Maftir. Il maftir consiste nella lettura della parashàh relativa a quel giorno di channukkàh. La haftaràh è tratta da Zechariàh [cap 2].

Motzaè Shabbat Qodesh
All’uscita di Shabbat Qodesh, al Bet HaKenesset prima si accendono le nerot channukkàh e poi si recita la havdalàh. L’ordine è inverso in abitazioni private, secondo il BIC (21) anche nel caso abbia già sentito la havdalàh nel Bet HaKenesset.
Come in tutto il resto dell’anno, prima di effettuare una melachàh, cioè un’operazione vietata durante Shabbat Qodesh, è necessario recitare una הבדלה havdalàh ~ n.l. formula di separazione. Nel caso in cui si sia pregato già ‘arvit questa è inclusa nell’aggiunta אתה חוננתנו “Atta chonantanu”. Se ci si è dimenticati questa formula, è necessario dire le parole ברוך המבדיל בין קודש לחול “Baruch Hamavdil ben Qodesh lechol” (senza aggiungervi null’altro) prima di fare qualsiasi melachàh, tra cui accendere la fiaccola per la havdalàh.

2 Shabbat Qodesh durante channukkàh
Questa eventualità può avvenire quando il primo giorno di channukkàh cade durante Shabbat Qodesh. La differenza principale si trova nel maftir: il primo shabbat legge dall’inizio della birkat cohanim fino a זה קרבן נחשון בן עמינדב “Zeh Qorban Nachshon Ben 'Aminadav”, seguita dall’haftaràh tratta da Zechariàh [cap 2] mentre il secondo da ביום החמישי “Bayom haChamishì” fino a כן עשה את המנורה “Ken ‘asàh et hamenoràh” seguita dall’ haftaràh tratta da Melachim A [7:40-50] [TH3 11:8].

Channukkàh Sameach

[Halakhot più complete le trovate Be"H nel nostro libretto "Chanukàh - Istruzioni per l'uso"]

חנוכה Channukkàh - Sevivon Sov Sov Sov


Tutti abbiamo giocato con il Sevivon. Ciò che spesso non si sa è che è un gioco anche da grandi, non solo per piccini.

Abbiamo trovato grandi saggi che tuttora ci giocano durante Channukkàh. Chiaramente per i più grandi l'occupazione principale di questi giorni è lo studio, con cui è possibile elevarsi molto più che durante tutto l'anno, approfondendo molto meglio, grazie alle luci di Channukkàh, poichè sappiamo dalla Meghillàh di Ester (cfr. massechet Meghillàh 16b) Toràh e Luce sono concetti interscambiabili - Toràh תורה e Oràh אורה luce.

[לענ"ד בס"ד è possibile inoltre notare che se utilizziamo il cambio delle lettere di tipo א"ת ב"ש, cioè l'inversione della prima lettera dell'alfabeto ebraico con l'ultima abbiamo che Toràh e Oràh sono la stessa parola, poichè la lettera Taf è interscambiabile con la Alef.]

Arriviamo quindi al Sevivon. Il Sefer Ta'amè HaMinhaghim (Inienè Channukkàh siman 859 pagina 368-369) riporta che il motivo del gioco del Sevivon (Dreidel in Yiddish) è che il popolo ebraico a Channukkàh non ha fatto Teshuvàh per meritare i miracoli grandiosi accaduti, ma solo HQB"H IS"L ha deciso di compierli con grande Misericordia, perciò poichè tutto il "movimento" è avvenuto dall'alto, giochiamo con il sevivon che viene girato dall'alto e tutta la parte in basso si muove.

[D'altra parte aggiunge, che a Purim si gioca con il Rash'an perchè tutto il "movimento" è avvenuto dal basso, poichè il popolo ha fatto Teshuvàh ed ha potuto muovere ciò che avviene in alto - esattamente come facciamo con il Rash'an.

Il primo concetto di "movimento dall'alto si chiama in aramaico: אתערותא דלעילא Ita'arutà diLe'elàh mentre il secondo, quello dal basso אתערותא דלתתא Ita'arutà dilTattà.

Un meccanismo di Ita'arutà dilTattà può essere attivato attraverso il gioco stesso, poichè facciamo qui sotto un'azione che rappresenta molto in alto, e così possiamo avvicinare ancora di più noi ad HQB"H IS"L con una cosa molto, molto semplice.]

Cerchiamo di sfruttare i nostri bellissimi Minhaghim mettendoli in pratica, ma anche capendo meglio בס"ד ciò che essi rappresentano e quali conseguenze hanno.

חנוכה Channukkàh - Berakhot

La prima sera si recitano tre berakhot:

ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, אשר קידשנו במצוותיו, וציוונו להדליק נר (של) חנוכה
  1. “…asher qiddeshanu beMizwotav, veTziwanu leHadliq ner (shel) chanukkàh
  2. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שעשה נסים לאבותינו, בימים ההם בזמן הזה
    “…she’asàh nissim laAvotenu, bayamim hahem bazeman hazeh”,
  3. ברוך אתה ה', אלוקינו מלך העולם, שהחיינו, וקיימנו, והגענו לזמן הזה
    “…sheechejanu veqqiemanu vehigghianu lazeman hazèh”.
Mentre le sere successive si recitano solo le prime due.

[Nella prima Berakhàh ho scritto של “shel” tra parentesi apposta. Secondo molti poseqim (in particolare sefaraditi, tra cui ricordiamo Maran (676, 1), il Ben Ish Chai (BIC) (Hilkhot Channukkàh 2) e Halikhot 'Olam (HO) di Rav 'Ovadiàh Yossef שליט"א ivi) è da non dirsi per i vari motivi, vedere nelle fonti segnalate e in Torat HaMo'adim (volume 3 6,7). La maggior parte degli ashkenaziti usano dirlo (cfr Mishnàh beruràh (MB) ivi), e così sembra essere anche l'uso romano, poichè sia il Shibbolè HaLeqet (185) che il Sefer HaTadir (Hilkhot Channukkàh, pagina 205) lo riportano nel testo della Berakhàh.]

  • C’è l’uso diffuso presso molte comunità sefaradite di recitare un Leshem Ychud prima delle berakhot. [Sull’importanza del Leshem Ichud cfr. Morè Be’ezbàh 1, sulla formula si veda nei siddurim sefaraditi.]
    Le berakhot sono da recitarsi prima di cominciare ad accendere le nerot (tranne nel caso di chi le vede soltanto) [TH3 6:8]. Ci si ricordi di non interrompere neanche con segni tra la berakhàh e l’accensione [HO 14] pertanto si controlli bene che le nerot siano pronte prima di recitare le berakhot.
  • Se avesse dimenticato di benedire prima dell’accensione, se è accaduto la prima sera (anche se non ha ancora acceso lo shammash) non benedice “leHadliq” poiché ha già compiuto la mizwàh, ma solo le due restanti. Se invece fosse capitato in una sera successiva, e se ne è ricordato prima di avere terminato di accendere le nerot “aggiunte” può recitare tutte le berakhot di quella sera, e subito dopo completi l’accensione. Nel caso se ne sia ricordato solo entro mezz’ora dall’accensione, reciti solo “she’asàh nissim”. In ogni caso in cui se ne sia invece ricordato dopo oltre mezz’ora dall’accensione, non può dire nessuna berakhàh.
  • Se si è dimenticato di benedire “Sheechejianu” la prima sera, benedica la seconda. Anche l’אבל avel ~ persona in lutto ל"ע può dire in questo caso questa berakhàh, ma eviti di dirla al Bet Hakenesset. L’ אונן onen (stato in cui si trova una persona dalla morte di un parente stretto fino alla sua sepoltura) accenda senza berakhàh, e se può accendere per mezzo di un שליח shaliach ~ n.l. intermediario è meglio (BIC 3 e MB).
  • Dopo aver acceso, si reciti הנרות הללו Hanerot Hallalu. Secondo il BIC (1) sarebbe bene recitare la versione da 36 parole (quante sono le candele che si accendono durante channukkàh). Si aggiunga inoltre “Mizmor Shir Channukkat Habayt Ledavid” [Tehillim 30].
  • E’ bene, (ma non obbligatorio) dire dopo hanerot hallalu, ogni sera per 7 volte il versetto vihi no’am (Tehillim 90,17) e il mizmor Yoshev Beseter (Tehillim 91 - qui lo trovi traslitterato). [BIC 23 a nome di Rabbenu Chajim Phalagi nel Moed Lechol Chai]
  • C’è l’uso di recitare la cantica “Ma’oz Tzur”.

    [Halakhot più complete le trovate Be"H nel nostro libretto "Chanukàh - Istruzioni per l'uso", compreso tutta la procedura per l'accensione delle nerot chanukàh con relativa traslitterazione]